Ippocastano

L’ippocastano (Aesculus hippocastanum), genere che conta meno di quindici specie, appartiene alla famiglia delle Sapindaceae, è una pianta diffusa in Europa, ed utilizzata sia per scopi officinali che per il benessere del corpo e del viso.

Descrizione della pianta

L’albero dell’ippocastano può raggiungere un’altezza che va dai dieci ai trenta metri, con una chioma regolare rotonda. Il suo tronco è corto e le sue foglie palmate e seghettate, in gruppi di cinque o sette. Fiorisce tra aprile e maggio, e i suoi fiori, riuniti in pannocchie, sono di un colore bianco sfumato di giallo e rosso. I suoi frutti sono dei gusci spinosi, che contengono ognuno due o tre semi rossastri.

All’inizio, era distribuito sono nell’Europa dell’est, ma oggi la sua diffusione si è estesa a tutta la penisola. In Italia, si può trovare soprattutto nelle regioni del nord e del centro. Cresce in terreni fertili, e viene coltivato nei parchi e nei giardini. Se ne possono raccogliere la corteccia e i semi, se occorrono, nei mesi di ottobre e novembre.

Il nome di questa pianta deriva dalle due parole greche ippos, ovvero cavallo, e kastanon, la castagna, e letteralmente il suo nome di può tradurre con “castagne del cavallo”, chiamato così per i suoi frutti che venivano impiegati come rimedio per la tosse dei cavalli, e non solo: una vecchia credenza sosteneva che per curare il raffreddore se ne dovessero conservare due delle sue castagne in tasca.

Proprietà curative ed usi

L’ippocastano è una pianta dalla possibile azione antinfiammatoria, astringente, diuretica ed antipiretica. Per uso interno, viene impiegato come coadiuvante ai trattamenti nella lotta contro le  varici, problemi circolatori e di indurimento delle arterie, sotto forma di decotto. Per prepararlo occorre bollire quaranta grammi della sua corteccia secca, presa da rami giovani, in un litro d’acqua per dieci minuti, e berne due tazze al giorno, a settimane alterne. Lo stesso decotto può essere assunto dalle donne in menopausa, filtrato e bevuto tre volte al giorno, per attenuarne dei fastidi.

Può anche essere assunto, sotto forma di decotto, come coadiuvante alle cure in caso di emorroidi, diarrea, geloni e la tosse. In quest’ultimo caso, il decotto andrebbe preparato con le foglie. I frutti dell’ippocastano, non vanno mai consumati freschi, in quanto velenosi e la loro scorza tossica, ma attraverso un particolare trattamento, si può eliminarne il sapore amore ed ottenere una fecola davvero nutriente.

Per usi esterni, invece, un decotto preparato con la corteccia può essere aggiunto all’acqua del bagno, per aiutare a stimolare la circolazione ed elasticizzare i vasi sanguigni. Quello con le foglie, invece, si può usare nei suffumigi, per le affezioni delle vie respiratorie. Un decotto preparato, invece, con le castagne sbucciate, si può applicare sulle parti del viso colpite dalla couperose.

L’ippocastano non dovrebbe causare delle particolari controindicazioni, fatta eccezione per soggetti ipersensibili ad uno dei suoi componenti, ed anche le donne in stato di gravidanza e che allattano lo dovrebbero evitare. Inoltre, la cumarina al suo interno può fare interazioni con farmaci anticoagulanti o antiaggreganti.

Il suo uso nelle creme del viso

Per la pelle del viso, l’ippocastano è sicuramente un ottimo alleato contro gli arrossamenti, ma può essere usato come coadiuvante per altri problemi. Per la notte, la Rilastil ha ideato una crema viso, la Lipofusion Crema Intensiva Notte, che tra i suoi ingredienti comprende il liposoma vegetale di ippocastano, dalle possibili proprietà drenanti. Adatta su tutti i tipi di pelle, va applicata la sera prima di andare a dormire, massaggiando delicatamente il viso fino al suo totale assorbimento.

Chi vuole provare a realizzare una crema idratante fai da te, può provarne a farne una con la polvere di frutti di ippocastano. Per tre vasetti di crema, si può frullare quattro o cinque foglie con fiori alchemilla, un cucchiaino di polvere di frutti d’ippocastano e 100 millilitri d’acqua. Si filtra l’acqua e si unisce il composto a settanta grammi di pomata di base, scaldando il tutto, e versando in un contenitore di vetro, una volta ottenuta una consistenza vellutata. Si monta il tutto con uno sbattitore, e poi si versa la crema nei vasetti, conservandoli in un luogo fresco e lontano dalla luce del sole.

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