Calendula

La calendula, appartenente alla famiglia delle Asteracee e delle Composite, oltre ad essere un fiore molto bello per il giardino o il balcone, è usata anche come rimedio naturale oppure ingrediente di composti cosmetici. Il suo nome deriva dal latino Calendae, perché inizia a fiorire dall’inizio della primavera alla fine dell’autunno, ogni mese. Scopriamo nel dettaglio quali sono i benefici ed in che modo si può usare per la cura della pelle del proprio viso e del corpo.

Le sue caratteristiche e le sue proprietà

La calendula comprende dodici specie, ed ha un fusto alto circa cinquanta centimetri, le foglie spesse e lanceolate e i fiori sono di colore giallo-arancio, molto simili a delle margherite. E’ un fiore che si può trovare presso i giardini, i prati e forse anche in zone ghiaiose, sparse per tutta l’Italia e il bacino Mediterraneo. La loro raccolta, di solito, avviene tra aprile e luglio, ma è possibile trovarle anche fino all’inizio della stagione autunnale.

Le sue sommità si possono usare sia fresche che essiccate, ed hanno possibili proprietà antisettiche, antinfiammatorie, cicatrizzanti ed emmenagoghe (possono aiutare a stimolare l’afflusso di sangue nell’area pelvica e nell’utero). Per uso interno, come decotto può aiutare a regolare il ciclo mestruale a lenire i sintomi del raffreddore, la tosse, l’epatite, la colite e le ulcere gastriche. Può essere anche un ingrediente per prodotti antistaminici, contro allergie alla polvere e agli acari.

Ad uso esterno, è utile come rimedio per contusioni, per estirpare calli, per attenuare i geloni e per la pelle arrossata ed infiammata e contusioni. Un infuso preparato con i fiori secchi della calendula e dell’olio d’oliva, si può applicare per ustioni e bruciature, mentre con il suo decotto si possono fare degli impacchi per lenire infiammazioni, anche nelle parti intime.

Nell’erbario del botanico tedesco Jacob Tabernaemontanus (1522-1590), viene riportato che la calendula è particolarmente indicata per liberare il fegato costipato, e santa Ildegarda di Bigen (1098-1179) la consigliava per disturbi dovuti ad un cattivo funzionamento della cistifellea.

Non mancano nemmeno i suoi usi in cucina: infatti, i suoi fiori si possono consumare freschi, all’interno delle insalate, mentre secchi possono sostituire lo zafferano, in modo da dare colore a minestre e risotti.

I suoi usi cosmetici

Per la bellezza, questo fiore può ammorbidire la pelle, usandola ad esempio per il bagno: una manciata di fiori infusi nell’acqua calda del bagno non solo ha un effetto decongestionante, ma può idratare ed ammorbidire la pelle. Come ingredienti di shampoo o balsamo, può aiutare a contrastare la fragilità e la secchezza dei capelli.

Come infuso, si può usare per pulire e tonificare la pelle del viso, combattendo anche i punti neri. Le creme a base di questo fiore, possono avere proprietà lenitive e addolcenti. Possono servire sia per arrossamenti che per ammorbidire la pelle. E’ particolarmente indicato per pelli secche e danneggiate, sia sotto forma di unguento, crema o acqua floreale. L’olio di calendula, che si può realizzare anche in casa, può aiutare a proteggere la pelle, oltre che lenirla.

Se all’olio di calendula viene aggiunto anche qualche goccia di olio essenziale, si può ottenere una composizione che oltre a lenire ed idratare, può avere altre proprietà. Ad esempio, con l’olio essenziale di lavanda, l’olio di calendula può diventare anche un riequilibrante.

Si può aggiungere l’olio di calendula anche a dei burri vegetali, come quello di karitè, che ha possibili proprietà nutritive, protettive ed emollienti.

Per ottenere una buona maschera viso dopo sole, per dare sollievo alla pelle dopo l’esposizione al sole, si può frullare la polpa di mezzo mango, per poi aggiungervi un cucchiaio di olio di calendula ed un cucchiaio di aloe vera in gel, fino ad amalgamarli in un composto da usare come maschera, da tenere per quindici o venti minuti. Una volta trascorso questo tempo, si può rimuovere la maschera con dell’acqua tiepida ed applicare una crema dalle proprietà lenitive.

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